Pagina (353/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Una crazina per amor di Dio!
      Il Re nun gliela negava mai la crazina e già di molte glien'aveva regale, quando un giovedì, che con lo stioppo passava per il medesimo logo e la vacchina gli chiese la lemosina, lui gli disse:
      - Ma sapete, nonna, che vo' m'andate a genio! I' vi veggo tant'ammodo, accosì pulita, ch'i' ho voglia di sapere addove ènn'ite tante crazie ch'i' v'ho dato. Vo' dovete avere anco una casina messa per bene e aggraziata, e linda e pulitina come voi. Menatemi a vederla.
      Dice la vecchia:
      - Ma gli pare, Maestà! I' sono una poera donna che campa di lemosine. La mi' casa nun ha tanto merito che un Re come lei s'incomidi a visitarla.
      - Tant'è, - arrispose il Re, - e' m'è vienuta quest'idea, e i' nun son contento 'nsino a che vo' nun m'aete menato 'n casa vostra. Gnamo, nun me la cancugnate.
      Dice la vecchia:
      - Guà! sia fatto il voler suo. Vienga pure con meco. Ma badi nun resterà poi a su' mo' soddisfatto.
      Si messano dunque in nella via, e cammina cammina per dimolte ore framezzo a una selva, finalmente arrivorno a un cancello aperto.
      Dice la vecchia:
      - Deccola, Maestà, la mi' [268] abitazione. Non c'è nulla di più.
      Nentrano in quel mentre in un giardino piccolo e in fondo c'era una palazzina, pulita veh! ma insenza sfoggio di grandezze: saliscono su per la scala e viengono a un salotto con quattro bussole: la vacchina n'apre una e in nella stanza steva sieduta una ragazza che cuciva di bianco; ma una ragazza giovane e bella da nun si poter raccontare:
      - Veda, Maestà, - disse la vecchia, - questa è la mi' figliola,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Dio Maestà Maestà Maestà