Pagina (361/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Doppo riprendé il vezzo o con quello attorno alla gola riviense assieme a su' madre nel palazzo.
      La mattina la Corte tutta steva con gran sfarzo preparata in sala per il ricevimento, e il Re siedeva più alto degli altri in sul su' trono, e deccoti i servitori fanno nentrare le tre donne alla presenzia del Re: ma lo tre donne nun si vedevan bene, perché s'erano messo un velo grande da coprirle dal capo per insino a' piedi. S'avanza, che gli eran le undici sonate all'orologio, la prima camberiera, e il Re con il su scettrio gli alza su il velo:
      - Bella! nun si pole dire di no. Ma vienga quell'altra.
      Viene la seconda camberiera, il Re la guarda come la prima e po' dice:
      - Bella anco questa! A innegarlo sarebbe una bugia. In ugni mo', giacché 'gli è qui, vienga pure l'ultima.
      Che splendore! che bellezza da rimanere di sasso! Una maraviglia! Tutti restorno incantati, e il Re per il primo, quando alzato il velo di Collo di Pecora, la veddano trasmutata e ridiventa al naturale. Quel collaccio peloso e grosso lei nun l'avea più, e la su' mamma gli ci aggiunse tutte le bellezze del mondo alla su' perfezione.
      Subbito il Re volse rifar le paci e un novo sposalizio con sciali e feste da nun si dire, e la sposa nun la chiamò più Collo di Pecora, bensì Regina in sul trono e sempre accanto a lui.
     
     
     
     
      NOVELLA XXXI
     
     
     
      Pipetta bugiardo
      (Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
     
     
     
      Ci fu, ma gli è del tempo, un soldato che arritornava dalla guerra, poero poero, che nun aveva per le tasche che tre soldi. Tutto l'avanzo della su' paga gli eran questi tre soldi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Corte Pecora Pecora Regina Raccontata Luisa Ginanni