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      Figuratevi che allegria in nella Corte! Dice il Re a que' dua:
      - La volete per isposa la mi' figliola?
      - No! - disse il vecchino.
      - Vi garban più meglio i quattrini? I' ve ne do' a vostro piacimento, - dice il Re: sicché il [278] vecchino e Pipetta furno menati nel tesoro, e Pipetta nun istiede a dir che c'è? se n'empiette le calze, il cappello e tutte le tasche de' su' vestiti; il vecchino però nun volse nulla e doppo se n'andiedan via assieme.
      Nesciti fora della città, il vecchino gli tieneva d'occhio a Pipetta, perché Pipetta 'gli aveva una gran voglia di licciare con tutte quelle munete addosso; quando poi arrivorno in nel bosco addove c'era una gran pietra liscia a somiglianza d'una tavola, disse il vecchino:
      - Facciamola qui la partigione. Tira fora i quattrini che te ha' preso in nel tesoro.
      Dice Pipetta:
      - Fate il listesso anco voi.
      Dice il vecchio:
      - I' 'un ho pigliato nulla. Tutta la mi' ricchezza gli ènno questi tre soldi avuti da te per lemosina ne' tre loghi della strada ch'i' ti riscontrai. 'Gnamo! se te vo' star con meco, metti lì i quattrini e si vegga quel che ci tocca. Il patto fu di stare tutt'addua al bene e al male; del male nun ce n'è, e del bene se n'è uto assai.
      Pipetta gli tirò fora i quattrini con grand'isforzo; lui avea il pensieri di pigliarsegli tutti per sé, e mulinò anco di portarglieli via al vecchino doppo avergli dato la su' parte; ma il vecchino nun si poteva bindolare.
      Dunque il vecchino di quel monte di munete ne fece tre mucchi, e poi disse:
      - Decco, uno per uno: e' sono compagni.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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