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      Se verrai a capo di nentrare e trovarmi, allora ti perdonerò, e tu potra' restar sempre con meco.
      E profferite queste parole sparisce.
      Il giovanotto rimanette lì come ismemoriato; nun dormì più, da culizione nun più, niente c'era più in quelle parti; gli conviense andarsene, e per la via piagneva e sospirava nun sapendo addove arrivoltarsi per trovare il ponte del Paradiso Terrestre.
      Doppo camminato un bel pezzo a caso, riscontrò un vecchino, che in nel vederlo a quel modo mezzo ammattito gli domandò:
      - Che v'è egli successo? In dove andate voi?
      Dice lui:
      - Una gran disgrazia m'è successo. I' avevo trovo da star bene e ho tutto perso per la mi' curiosità. I' ero al possesso della più bella donna del mondo e m'è sparita dagli occhi, perché volsi cognoscerla al lume; e ora per ritrovarla devo fare delle cose 'mpossibili: passare un ponte sottile sottile con tre fabbri che bucano ugni temerario con un chiodo rovente e l'ammazzano 'nnanzi che sia di là.
      - Nun vi sgomentate per questo, - disse il vecchino, - che vi darò io un rimedio per i buchi de' fabbri. Tienete: questo è un unguento, e ugni volta che un de' fabbri vi fora con il chiodo, voi ugnete le piaghe e quelle subbito guariranno.
      Il giovanotto tutt'allegro prendette l'unguento, e doppo ringraziato il vecchino per la su' bontà, seguitò il su' viaggio, e cerca di qui, domanda di là, finalmente arriva al ponte del Paradiso Terrestre.
      A male brighe che i fabbri lo veddano da lontano, cominciano a soffiare ne' fornelli per arroventire e' chiodi, e sbergolavano:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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