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      Ma qui nun ci si pole più stare. Se la giustizia scopre questo delitto, ci fanno tagliar la testa a tutt'addua insenza misericordia. Via, via! bisogna fuggir lontano e lesti. Mattarugiolo, smòviti; piglia l'uscio e vienimi rieto.
      Il Mattarugiolo, mezzo sbalordito da quegli urli e da [301] quelle sgridate, più giucco che mai leva 'n faria le 'mposte dell'uscio da' gangheri, se le butta 'n ispalla e corri ch'i' ti corro in su' passi del fratello.
      Camminato che ebbano un pezzo, s'era fatto notte scura in mezzo a una macchia, sicché 'l Savio si fermò e nel voltarsi vedde il Mattarugiolo con quell'imposte addosso:
      - Oh! poero a me! - scrama. - Propio tu nun ne fa' una a garbo!
      Dice il Mattarugiolo:
      - Tu nun me l'ha' detto te, "piglia l'uscio e vienimi rieto"?
      - Sì ch'i' te l'ho detto, - arrisponde il Savio; - ma ho volsuto dire, nusci di casa, allocco!
      In quel mentre però che loro contrastavano si sente a un tratto de' rumori e delle voci, e 'l Savio 'mpaurito dice più piano:
      - Zitto! ci son gli assassini. Su su, montiamo 'n vetta a questa quercia e niscondiamoci, insennonò ci ammazzano.
      Subbito lui s'arrampica per il tronco e s'accomida alla meglio tra' rami in nel folto del fogliame; il Mattarugiolo gli andette rieto e si portò con seco anco le du' imposte. Figuratevi che fatica!
      Deccoti doppo un po' gli assassini appariscono, che sarà stato in verso la mezzanotte, accesan de' lumi, stesano una tovaglia e lì prima ci contorno dimolti quattrini rubbati, e da ultimo si mettiedano a mangiare e a bere, perché gli avevan posto ne' sacchi e ne' pianeri d'ugni cosa, prosciutti, salami, fiaschi di bon vino, e insomma d'ugni ben di Dio.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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