- Ma senti! per noi te sie 'nostro figliolo. Nun se n'ha altri. Ti si darà quel che tu vòi, ma nun ci lassare disperati e solingoli accosì, - badavano a dirgli que' signori piagnendo.
Fiorindo però nun si smosse dal su' pensieri e' n tutti i modi volse che lo riaccompagnasseno in nel bosco, addove l'avevan trovo, e non ci fu versi di persuaderlo del contrario, sicché bisognò bene che que' du' sventurati lo contentassino.
[306] Solo lì 'n mezzo al bosco Fiorindo pensava da che parte potessi andare e principiò a fare i passi a caso, e cammina cammina, gli eran vicine le ventiquattro, e di già la stracchezza e la fame gli davano alle gambe; finalmente arrivò a un cancello d'un giardino, che dientro c'era un giardinieri a innaffiare le piante e i fiori, e il giardinieri in nel voltar gli occhi vedde quel ragazzo fermo e con la cera patita.
Disse:
- Chi siei? Che vo' tu?
Arrisponde Fiorindo:
- I' sono un poero ragazzo insenza mamma e insenza babbo, e sono stracco morto dal girare e i' ho fame. Che mi piglieressi costì in nel giardino a aitarvi? I' mi contento del mangiare.
Al giardinieri gli era garbato dimolto il giovanotto soltanto a vederlo, sicché gli arrispose:
- Vieni pure, qui da mangiare nun ce ne manca. Figurati! Il giardino 'gli è del Re di Spagna e i' sono al su' servizio.
Accosì Fiorindo nentrò per garzone dal giardinieri del Re.
In quel mentre dunque che Fiorindo abitava con quel giardinieri, il Re spesso 'gli andeva a spasseggiare per il giardino, e nell'imbattersi con Fiorindo si vedeva bene che il giovanotto gli garbava.
| |
Fiorindo Fiorindo Spagna Fiorindo Fiorindo Fiorindo
|