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      Il contadino, in nel vedere quella bruttura, fece per randolargli una zappata a bono; ma la Testa gli disse:
      - Férmati, nun m'ammazzare, ch'i' sarò la fortuna d'una delle tu' figliole. Mettimi là da parte.
      Il contadino e' rimanette in nel sentirla parlare a quel mo' la Testa, e si dubitò di qualche incantesimo. La prese dunque, la mettiede là da parte e poi la ricoperse con la su' giubba, perché nun fusse veduta accosì alla prima.
      Doppo un po' deccoti che viene la bambina maggiore del contadino a portargli da culizione una bella cofaccia.
      Dice il su' babbo:
      - Guarda che c'è egli sotto alla mi' giubba.
      La bambina ubbidì e con le mane 'gli alzò la giubba, ma vista a male brighe quella Testa sì mettiede a strillare:
      - Oh! che brutto mostro! - e via! scappa di corsa a casa tutta 'mpaurita.
      La mamma concredendo che fusse successo qualche scangeo al su' marito, disse alla mezzana:
      - Va' te dal babbo e senti se ha bisogno di nulla; - e anco a lei il contadino gli comandò che guardassi sotto alla su' giubba.
      Ma la mezzana fece come la maggiore, e fuggì come 'l vento bociando a più nun posso:
      - Oh! che brutto grugnaccio!
      Allora la mamma volse che andassi la piccina in sul campo, perché lei era più [310] sderta e ardita dell'altre su' sorelle, e quando il contadino gli disse d'alzar la giubba per vedere quel che c'era sotto, lei scambio d'aver sospetto e di sbergolare principiò a ridere, e lisciava con la mana la Testa:
      - Oh! che bella testina! che belle cornina! che be' baffetti! Babbo, in dove l'ate trova questa Testa di Bufala?


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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