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      E po' tu m'ha lasso per insino spalancato l'appartamento. Oh! cercalo da te il pettine, ch'i' nun lo so addove te l'ha' messo.
      Ma fu tutto inutile, perché il pettine la sposa nun lo potiede ritrovare, e in scambio, nel chinar giù il capo dientro la cassetta del cassettone, tutto d'un [313] tratto se lo sentette trasficurire in una giovane testa di bufala.
      - Oh! mamma, mamma! - urlò quella poera sciaurata. - Ohimmeia, che disgrazia! Corrite, arrimediateci voi, che potete.
      Dice Testa di Bufala:
      - Che! io de' rimedi nun ce n'ho. 'Gli è il premio della disubbidienza codesto. Tientelo, che il tu' rimerito tu l'ha 'uto.
      Scrama la sposa disperata:
      - Oh! com'i' ho a fare quando il mi' sposo mi vede accosì imbruttita?
      Dice Testa di Bufala:
      - Gli convierrà tienerti. Tu sie' la su' sposa. Quel ch'i' posso fare per aitarti deccolo qui. Piglia questo velo e rinvoltaci dientro 'l capo. I' nun posso far altro.
      Insomma la sposa dovette a quel mo' risalire la scala e rientrare in carrozza a quel mo' imbacuccata con la scusa d'aver freddo; ma quando arrivò al palazzo e il Principe s'accorgette di quel mostro, nun la volse più vedere e la serrò a chiave in una cammera e deva a intendere a tutti, che lui la sposa la tieneva custodita per gelosia.
      La mamma del Principe però lo sapeva pur troppo quel che gli era successo e ci pativa, perché lui era divento malinconico; sicché gli disse un giorno:
      - Mandala via quella testaccia di bufala e pigliati un'altra moglie a garbo.
      Dice lui:
      - Sì che lo farei, s'i' potessi!


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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