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      - Eh! nun c'è male. Ma tavìa c'è qualche defetto; nun c'è unitezza. Ma si vegga il lavoro di quest'altra.
      La sposa gli porgé la noce e gli disse come gli aveva insegno Testa di Bufala; ma il figliolo del Re scramò:
      - Che mi' vo' te anco canzonare?
      In ugni mo' la noce l'aperse e dientro ci trovò la libbra del lino ammatassato; ma a perfezione, una maraviglia da nun si credere; rimaseno tutti allocchiti.
      Dice il figliolo del Re a su' madre:
      - Il lino, sì, 'gli è bello, nun si pole innegare. Questo grugnaccio però con meco per una libbra di lino i' nun ce lo voglio a nissun patto. Mamma, trovate qualche altro ripiego per libberarmene insenza scandolo.
      Dice la Regina:
      - Dagli a queste donne una camicia di tela da cucire, e chi la cuce più meglio dientro otto giorni quella sia la tu' sposa.
      Deccoti le donne daccapo serrate in cambera accanite in sul lavoro; un puntino per volta, minuto per minuto e' facevan le du' camberiere; ma la sposa, che! sempre a piagnere e la tela non la toccò nemmanco.
      Il sabbato sera arritorna da Testa di Bufala:
      - Mamma, aitatemi! i' nun so come fare da mene. Vo' potete levarmi da queste pene e perdonarmi diviato il mi' mancamento. Che avete davvero perso tutto l'amore per la vostra figliola?
      Dice Testa di Bufala:
      - Tu sie' pure stucca! Te nun sa' che ugnolare e lamentarti. Nun ci ho mica colpa io se te ti trovi a codesto mo'. Che forse l'avvertenzie non te le diedi a su' tempo? Quel ch'i' posso fare per aitarti deccolo qui. Tieni, dàgli questa nocciòla al figliolo del Re scambio della camicia; che lui la stiacci e se la mangi, e se nun è contento la sputi.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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