A quel moto si svegliò l'Orco e disse:
- O Catèra, che lo vo' tutto per te il copertoio?
Arrisponde la Catèra:
- Ma che boci, s'i' nun mi bucico?
E si riaddormono; e Orlandino lesto, daccapo dà un'altra stratta al copertoio.
Allora l'Orco stizzito scrama:
- Oh! 'gnamo via! Piglialo tutto e famola finita; - e con una mano scaraventa il copertoio in sulla Catèra e il copertoio in scambio casca per le terra.
Era quel che voleva Orlandino, che appena sentuti que' dua riappioppati, sortì pian piano di sotto 'l letto, prendette il copertoio e scappò addirittura.
A giorno all'Orco gli parse d'aver fresco, sicché disse alla Catèra:
- Fammi 'l piacere, giacché tu te lo sie' goduto tutta la notte, rimettimelo un po' addosso il copertoio.
Arrisponde l'Orchessa:
- I' nun ho goduto di nulla; tu l'ha' butto per le terre e no su di me il copertoio.
- Allora scendi giù e raccattalo, - disse l'Orco.
Ma l'Orchessa, cerca di qua, cerca di là, il copertoio nun lo trovava.
- Ma 'n dove 'gli è ito il copertoio, che 'n terra nun c'è?
A queste parole l'Orco si scionna e salta 'l letto, e subito scrama:
- Me l'hanno rubo. Non vedi, la porta di casa nun è serrata.
E 'nsenza 'ndugio l'Orco corre alla finestra e urla:
- Orlandino!
- Chene? - arrisponde Orlandino, rivoltandosi da lontano.
- Quando ci torni? - domanda l'Orco.
E Orlandino:
- Un giorno dell'anno, ma nun so quando, - e se ne va.
Arrivo che fu Orlandino dal Re, gli presentò il copertoio dell'Orco e il Re n'ebbe gran contentezza; ma a' servitori gli crescette l'astio a doppio, e fecian di tutto per levarselo di tra' piedi quel poero giovanotto, e ritornorno dal Re a dirgli che Orlandino, sempre più insuperbito della su' 'mpresa, s'era [344] vantato di portar via l'anello di diamanti dal dito dell'Orco.
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