L'Orco allo scalpore si riscotette e urlò, tardi pur troppo!
- Orlandino m'ha rubbo 'l cavallo! - e di corsa 'gli aperse la finestra e lo chiamò:
- Orlandino!
E Orlandino:
- Chene?
Domanda l'Orco:
- Quando ci torni?
Risponde Orlandino:
- Un giorno dell'anno, ma nun so quando, - e se ne va.
I servitori arebban mangio l'aglio a tutto pasto in nel vedere che Orlandino era stato bravo anco a questa 'mpresa del cavallo, e con l'idea che lui fusse morto in ugni mo', [347] 'gl'inventorno al Re che lui aveva detto d'esser togo a portar via per insino l'Orco vivo e la su' moglie doppo di lui; e quell'allocco di Re ci credette alle parole de' su' servitori, e volse che Orlandino facessi diviato quel che loro gli aveano rapporto.
Ma quel Vecchino l'aitò anco questa volta, e Orlandino si vestì da legnaiolo e accosì trasficurito andiede alla scoperta dall'Orco.
Dice l'Orco:
- Che vo' tu da me?
Dice Orlandino:
- I' vi domanderei un piacere e vi do pure una bona nova, perché me lo fate con più genio.
Dice l'Orco:
- Parla chiaro. Che cerchi?
- I' cerco del legno pulito, - arrisponde Orlandino, - per una cassa da morto. È sbasito 'n casa del Re il vostro nemico, Orlandino, quello che v'ha porto via tanta bella robba.
Scrama l'Orco:
- Ma propio? Vieni, vieni pure, ti do 'l legno che te vòi e lavoralo qui a tu' piacimento.
A male brighe che Orlandino 'gli ebbe il legname principiò la lavorazione, e finita la cassa dice all'Orco:
- Su per giù Orlandino 'gli era come voi alto. I' vorre' saper giusto se la cassa i' l'ho chiappa a misura e vo' poteresti sdraiarvi lì dientro per una prova.
| |
Orco Orlandino Orco Orlandino Orlandino Orco Orlandino Vecchino Orlandino Orco Orco Orlandino Orco Orlandino Orlandino Orco Orlandino Orco Orlandino
|