Arrisponde la Rosina:
- La mamma è morta, e il babbo ha preso un'altra donna, e lei mi voleva male e m'han mando via di casa.
Scrama il Re:
- Poera bambina! Sai? Te mi garbi. Che ci vienresti a star con meco? I' ho du' bambini della tu' età, e te poteresti tienergli compagnia, e la Regina ti farà da mamma anco a te.
- Oh! - arrispose la Rosina: - tornate domani per la risposta. Prima i' vo' sentir la nonna se lei è contenta.
Di lì a un po' che il Re se n'era ito apparse la Vecchina, e la Rosina gli arraccontò le brame di quel Re.
Dice la Vecchina:
- Sì, va' pure e pòrtati bene, e sempre arricordatene del tu' peccato.
Dice la Rosina:
- Nun vi dubitate; ma anco voi nun vi scordate di me, caso ch'i' n'avessi bisogno del vostro aiuto.
- Sì si, - arrispose la Vecchina, - i' me n'arricorderò, - e subbito la sparì.
Dunque il giorno dopo riviense il Re per la risposta, e la Rosina 'gli andiede con lui al Palazzo reale e fu messa a tiener compagnia a' figlioli del Re, e siccome su' padre gli faceva insegnare dimolte cose da' maestri, anco la Rosina s'istruiva e su crescendo negli anni diviense presto una bella e brava ragazza: ma 'n quel mentre che il mastio più grande gli voleva un gran bene alla Rosina, più che se gli fusse stata sorella, la Regina principiò a averci dell'aschero, perché la Rosina vieniva di bassa stirpe e l'avevan trova dibandonata in un bosco; nun gli garbava alla vecchia tutto quel bene del Principe per la Rosina.
Infrattanto successe che il Re lo prese un male e se n'andiede all'altro mondo, e la Corona toccò al su' figliolo maggiore, sicché la madre gli disse:
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