Dice a Giovannino:
- Ha' tu visto? Che forse ha' avuto paura?
Arrisponde Giovannino:
- I' nun ho mosso manco un pelo, abbeneché sia rimaso quasimente istupidito dal miracolo.
Dice il legnaiolo:
- Bene! Se 'gli è vero che te nun ha' paura punta di nulla, lassatelo fare pure a te il taglio della testa.
Giovannino a quella proposta la concugnò dapprima, ma poi per nun parere scramò:
- Sì, deccomi pronto, - e si sdraiò bocconi 'n sul pancone, e i legnaioli anco a lui gli segorno il capo e poi glielo riappiccicorno con quella solita mestura.
Dice il legnaiolo maggiore:
[366] - Bravo! Eppure ci scommetto che un'altra volta te non te la lassi fare quest'operazione.
- Sì.
- No.
E alla per fine Giovannino riappoggiò la testa al legname e quegli con la sega, via! gliela staccano in nel medesimo logo: ma 'nvece di riattaccargliela per dinanzi, o per malizia o per isbaglio, gliela rimessan con la faccia 'ndietro, sicché Giovannino si vedeva 'l culo.
Si sole dire, che quand'uno si vede 'l culo more dalla paura; e accosì Giovannino che nun aveva ma' uto paura di nulla, a male brighe si vedde 'l culo cascò per le terre morto stecchito, e così finirno tutte le su' bravure in nel mondo.
NOVELLA XLV
Paolino da Perugia
(Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
A Perugia c'era una volta un giovanotto che si chiamava Paolino, e siccome in un altro paese discosto ci facevano una gran fiera, lui pigliò con seco una quarantina di munete con l'idea di spenderle nella compera d'una cavalla.
Arrivo che fu in sulla piazza della fiera, in quel mentre che lui girava per vedere quala cavalla poteva fargli più comido, saranno state l'undici, gli viensano 'ncontro du' bellissime ragazze, e insenza tanti discorsi l'abbracciano, lo baciano con un'allegria smensa e cominciano a dire:
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