- I' so e cognosco la vostra cecità, Re Massimiliano, e la medicina per voi si trova soltanto nella città della Regina Marmotta, ed è l'acqua del su' pozzo.
E a male brighe il Mago 'gli ebbe profferite queste parole, sparì e nun se ne seppe più nulla.
Tutti rimasano attoniti a questa proposta e insenza fiato.
Domandò subbito il Re, chi era quel Mago; ma nimo l'aveva ma' visto né cognosciuto di que' della Corte: a un indovino però [372] gli parse che lui fusse un Mago delle parti d'Armenia, vienuto lì per qualche incantesimo dalla città in dove steva la Regina Marmotta.
Dice il Re:
- Ma quest'acqua che il Mago ha detto, ci pol essere o no in que' loghi lontani?
Arrisponde uno de' più vecchi sudditi:
- Bisogna cercarla. Insin che nun si cerca, chi ne sa nulla? Se lei, Maestà, me lo permette, i' m'offerisco io d'andare in que' paesi foresti.
Scramò Gugliermo:
- Questo po' no. Se qualcuno ha da mettersi 'n questa 'ntrapresa, deccomi qua io. È troppo giusto che un figliolo pensi al su' caro padre. 'Gli è una fatica questa che tocca a me per il primo.
Domanda il Re:
- E quanto ma' tempo ci vole per arrivarci alla città della Regina Marmotta?
Risposano:
- Un tre mesi a un bel circa.
- Dunque, - disse il Re, - caro figlio, i' ti benedisco. Piglia quattrini, piglia cavalli, piglia pure tutto quel che t'abbisogna, e va' pure 'n santa pace a questa ricerca dell'acqua per guarire gli occhi mia. I' aspetterò il tu' ritorno a gloria.
Gugliermo, fatti i su' preparativi, se n'andiede per il su' viaggio; in nel porto del Regno s'imbarcò su d'una nave che partiva per l'Isola di Buda, d'indove, doppo tre ore di fermata per riposarsi, si seguitava il cammino in verso l' Armenia, e quando fu a Buda, volse Gugliermo scendere per girare in quell'isola.
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