A male brighe que' dua si ricognobbano, si corsano incontro per abbracciarsi, e Giovanni scramò:
- Oh! perché nun sie' tornato? No' ti si credeva morto.
Dice Gugliermo:
- I' mi son trovo 'n quest'isola incantata e pare che i' ci sia legato da nun poter più staccarmene di mi' volontà.
Domanda Giovanni:
- Ma di chi son egli tutti questi be' lavori che si veggono in questo logo?
Dice Gugliermo:
- Quand'i' ci viensi, i' ci trovai una bellissima dama e cortese di questo paese, e ugni cosa 'gli è suo.
Domanda Giovanni:
- E il nome della padrona?
Arrispose Gugliermo:
- Il su' proprio nome è Lugistella; e lei ha pure con seco una ragazza vaghissima di compagnia, che si chiama Isabella: se ti garba lei sarà tua.
Insomma, con tutti questi ragionamenti de' fratelli, le dodici ore di fermata passorno e la nave se n'andette insenza Giovanni, che nun sapendo più come fare a sortire di là, doppo un po' di rammarichìo, finì con restare assieme a Gugliermo dientro il palazzo, e anco lui nun si rammentò più di su' padre.
Figuratevi lo sgomento del Re Massimiliano, quando passi altri tre mesi non vedde arritornare il su' secondo figliolo Giovanni! Dua lui n'aveva persi, e nella Corte stiedano in gran dolore per dimolto tempo: ma finalmente si fece ardito Andreino di presentarsi a su' padre e gli disse, che lui volentieri sarebbe andato alla ricerca de' su' fratelli e di quell'acqua maravigliosa [374] per guarirlo della cecità.
Scrama il Re a questa domanda:
- Mi vo' dunque lassare anco te? Cieco e disgraziato com'i' sono, ho io da restare insenza punti de' mi' figlioli?
| |
Giovanni Gugliermo Giovanni Gugliermo Giovanni Gugliermo Lugistella Isabella Giovanni Gugliermo Re Massimiliano Giovanni Corte Andreino
|