Dice:
- Va' lassù 'n vetta a quel monte: lì e' ci abita un vecchio quanto 'l mondo, di nome Farfanello, e se lui nun la sa questa città che te cerchi, vole dire che nun si trova in nissun lato.
Dunque Andreino con gran fatica e gran ristio ripì su quell'alta montagna e ci vedde una casuccia, e subbito picchiò all'uscio e una voce domandò:
- Chi siete? che volete?
Dice Andreino:
- I' sono un giovanotto e bramerei parlare al signor Farfanello.
Gli viense aperto e fu fatto passare alla presenzia di quel vecchione, che gli disse:
- Che brama questo giovane?
Arrisponde Andreino insenza peritarsi:
- Mi ci porta qui un caso dolente. I' ho il babbo cieco, e m'hanno assicurato che per guarirlo 'gli occorre medicarlo con l'acqua della Regina Marmotta. I' son però vienuto da voi, perché m'insegnate addov'è la città di questa Regina.
- Eh! caro giovane, - scramò Farfanello, - i' l'ho sentuto ricordare questo logo, ma è dimolto lontano. Prima bisogna traversare un mare grande, che ci vorrà un mese di cammino almanco; e il cammino 'gli è pericoloso, perché ci si scontrano strasmisurati orsi bianchi capaci d'assaltare per insino de' grossi navigli. In [376] ugni mo', un bon cacciatore nun ha paura. Ma nusciti salvi dall'ugne di questi animali, il ristio vero 'gli è nell'isola della Regina Marmotta. Quest'isola è tutta 'ncantata, e 'nsenza un fermo core nun c'è omo che possa rivienirne fora vivo. Dunque, se te il core fermo l'hai, provati a metterci il piedi; insennonò arritorna diviato a casa tua. Arricordati che l'isola e' porta con seco il nome della disgrazia, perché la chiamano l'Isola del Pianto.
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