Quand'Andreino 'gli ebbe tutto disaminato, pensò che fusse l'ora d'andarsene e tornare a casa sua in Spagna; sicché montato sopra la nave, prima volse scendere all'Isola di Buda e sapere se c'eran sempre i su' fratelli; e siccome presto gli riscontrò in nel medesimo logo, si mettiede con loro a chiacchierare del su' viaggio e a raccontargli le maraviglie dell'Isola del Pianto, tutto quello che gli successe a cena e in cambera poi con la leggiadra fanciulla; finalmente disse, che lui aveva riporto con seco le mela virtudiose per accecare e l'acqua che rendeva agli occhi la vista.
I fratelli a queste notizie se gli rodeva l'astio e almanaccorno il tradimento di barattarglierla l'acqua a Andreino, e dare in scambio a intendere al padre che loro l'avevan trova, e tanto feciano, che gli presan la bottiglia e gli ce ne messan dientro il baule un'altra simile di colore e di grandezza; doppo dichiarorno, che loro pure volevano tornarsene a casa in compagnia delle spose.
Dunque, tutti assieme, con bon vento, in pochi giorni furno in Spagna dal Re Massimiliano, e l'allegrezze che accaderno non le starò nemmanco a descrivere: gli abbracciari e i baci gragnolavano da tutte le parti, che parevan matti tutti quanti.
Ma passata la prima furia, finalmente disse il Re:
- Chi di voi ha uto più fortuna?
Gugliermo e Giovanni stiedano zitti e rispondette soltanto Andreino:
- Caro padre, la più fortuna mi pare che l'ho uta io, perché ho ritrovo i fratelli spersi e gli ho rimeni a casa; son ito alla città della Regina Marmotta e i' ho preso l'acqua per guarirvi; e di più ho con meco un altro segreto maraviglioso da farne subbito la prova.
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