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      - sbergolò Giuseppe: - e se vo' me l'appalesavi 'nnanzi, i' nun sare' dicerto stato tanto mammalucco da pigliarmi nissuna moglie qui. E' forestieri nun si mettano 'n mezzo con simili tradimenti.
      Dice il Re:
      - Propio me ne rincresce, caro mio; ma gli usi e le leggi e' comandano accosì tra di noi, e 'gli è per l'affatto 'mpossibile di mutarle. Bisogna rassegnarsi e ubbidire.
      Tutte le preghiere e tutte le bone ragioni nun gli valsano a quel poero sciaurato di Giuseppe, sicché quando si vedde perso e che nun c'erano scampi, principiò a ripensare a' su' casi, e che lui doveva finire dibandonato vivo dientro una sepoltura di morti, e richino il capo si tiense pronto all'ultima dipartenza da questo mondo.
      In quel mentre il Re diede ordine a' portantini che pigliassino il catavere della su' figliola e cominciorno la pricissione del mortorio; dietro alla bara vieniva mezzo allocchito Giuseppe e poi 'l popolo faceva corteo, e con pianti e ugnolii 'nfiniti arrivorno alla tomba, che era una gran caverna sotterranea serrata da un pietrone smenso 'n sulla bocca.
      Qui, doppo le solite cirimonie, calorno giù la morta vestita da regina, e siccome costumava di seppellire la gente assieme a tutte le ricchezze che possedevano, Giuseppe volse il su' baule da viaggio zeppo d'ogni ben di Dio, e quando l'ebbano mettuto dientro lo sprofondo, gli diedano da mangiare [400] per cinque giorni e un lume eterno per vederci; poi richiusan la buca col pietrone e ognuno se n'andette pe' fatti sua.
      Deccoti dunque Giuseppe lassato solingolo a morire di stento in quella caverna; lui però, almanco per nun istarsene in ozio, col su' lume 'n tra le mane volse disaminare il logo, e s'accorgé che de' cataveri ce n'era dimolti e con quegli un tesoro di ori, di argenti e di pietre preziose da contentarne magari il più 'ngordo; bensì lui pensava che nun gli servivano a nulla tutte quelle ricchezze, condannato a finir la vita a quel mo' per l'usanza salvatica dell'isola.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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