- 'Gnamo, pigliatelo e portatelo al su' destino.
Abbeneché con isforzo Tognarone prendette 'l cassone e se lo mettiede in onca, 'n sulle spalle, via; ma ci si ripiegava sotto. Scrama:
- Arcipreti! e' pare un masso.
Dice la Caterina:
- È che vo' siete un poltrone e la fatica nun vi garba. Sbrigatevi, e abbadate che nun vi caschi, e arricordatevi di nun aprirlo, se vi [412] preme di stare d'accordo con meco.
Tognarone ponzava: in ugni mo' sortì dall'uscio e s'arrivolse in verso la casa della Caterina; ma arrivo dietro a un palazzo, siccome 'gli era stracco e tutto molle di sudore, posa il cassone su un muricciolo e poi pensa di guardare quel che la su' donna ci aveva barbato per farlo tanto peso, e con quest'idea va per aprirlo.
L'Assunta però indettata dalla sorella principia a dire:
- Oh! birbone bugiardo! nun vi vergognate a rinfrucolare e' fatti degli altri? Vo' me la pagherete al ritorno.
A quella voce Tognarone rimanette a mezzo punto.
- Poer'a me! - scrama, - 'gli ha la vista lunga la mi' donna. Che sia monta 'n sul tetto?
E subbito si rimette io onca il cassone e séguita a camminare 'nsino a un ponte; e anco lì si provò, concredendosi al sicuro, a aprire il cassone: ma la solita voce dell'Assunta lo 'mpaurì, sicché lui 'nsospettito d'essere scoperto, piglia 'l cassone e 'nsenza più fermarsi lo porta diviato a' genitori della Caterina, e lì lo lassa, e detto addio se ne va.
La Caterina isteva a aspettarlo Tognarone co' una faccia malandrina e le mane 'n su' fianchi, e siccome se lo ficurava che lui si fusse provato a disaminare il cassone, gli fece un busso, quasimente che lei e' l'avessi visto co' su' propi occhi; lui mogio mogio badava a biasciucolare delle palore per protestare che il cassone e' nun l'aveva aperto, e la Caterina gli disse:
| |
Gnamo Tognarone Caterina Caterina Assunta Tognarone Assunta Caterina Caterina Tognarone Caterina
|