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      - Ma la tentazione vi viense, e s'i' nun bociavo, vo' disubbidivi al mi' comando. Per questa volta vadia pure liscia; quest'altra poi vo' sentirete la gragnola doppo 'l tono.
      Accosì passorno otto giorni, che Tognarone si sentiva più sempre spadroneggiato dalla su' donna, che a fin di settimana gli disse:
      - A quest'ora i mia la provvista l'hanno da avere bell'e finita, e i' ho voglia di mandargliene un altro de' cassoni, pienato come al solito. Dunque i' l'ammannisco e vo' lo porterete, e che nun vi salti in nel capo di guardare quel che c'è dientro.
      Arrisponde Tognarone:
      - Arricordati almanco che nun sia peso da farmi richinare.
      La Caterina 'nsenz'abbadargli, ascese in cambera a preparare il cassone e ci mettiede niscosta tra la robba la su' sorella Tieresina: poi comandò a Tognarone che lo pigliassi per il medesimo viaggio, e lui se lo buttò in onca alla sgarbata e andette via.
      Ma per istrada, allacco dalla fatica, si [413] fermò rieto al palazzo, poi addoppato a un pagliaio, poi sotto 'l ponte, anco per la curiosità di sapere quel che ci fusse nel cassone; e la Tieresina ugni volta sbergolava:
      - 'Gnorante! che attienete le 'mprumesse a questo mo'? Fate l'obbligo vostro e nun vi 'nteressate delle spizzee degli altri.
      Tognarone a quelle voci sbirciava d'intorno concredendo che la Caterina gli stessi alle costole, e po' diceva tra sé tutto 'nsospettito:
      - Cattadeddua! Ma che la mi' donna 'gli abbia la vista d'un falcaccio? Che sia monta 'n sul comignolo del tetto?
      E rialzo 'l cassone, da ultimo viense alla casa della Caterina, lo lassò lì, e detto addio a que' vecchi, se ne andette diviato; ma torno che lui fu, e' buscò un altro diascoleto, che propio nun sapeva racchetarla la Caterina 'nviperita, per bone ragioni che gli portassi.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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