Que' signori assieme gli offrirno tanti napoleoni d'oro in baratto; ma l'oste disse:
- E i' gli offerisco 'n scambio tanti diamanti.
Al giovanotto gli parse più di vantaggio pigliarsi i diamanti, e accosì presto si trovò d'accordo con quell'oste, gli diede il sale del bastimento e poi arritornò a casa ricco sfondolato, e la prima domanda che lui fece a su' padre fu di sentire, che n'era della su' ragazza.
Dice il padre:
- La tu' ragazza 'gli è sposa 'mprumessa d'un Re.
- Oh! birbona! - scrama il giovanotto, che nun aveva possuto smenticarla, e volse rivederla 'n tutti i modi, ma con che lei nun lo ricognoscessi.
Il giorno doppo il giovanotto si travestì da carbonaio e si mettiede 'n dito un anello co' un diamante che traluceva da lontano e del gosto di cinquemila scudi, e col su' sacco del carbone 'n sulle spalle andette in nella strada in dove steva la Marchese a bociare:
- Carbone, carbone bono da vendere, donne, ohé!
Deccoti s'affaccia alla finestra la camberiera della Marchese e subbito gli sbatte negli occhi il luccichio del diamante, sicché corre dalla padrona e gli dice:
- Signora, signora, c'è un Carbonaio co' un diamante 'n dito, propio una maraviglia.
Dice la Marchese:
- Chiamalo su e senti se lui me lo vole vendere.
Quando il Carbonaio nentrò in salotto, dice la camberiera:
- Galantomo, la mi' padrona gradirebbe codesto diamante che portate 'n dito; lei ve lo paga quel che gosta.
E il Carbonaio:
- Che! la mi' robba nun la vendo; la regalo.
Dice la Marchese:
- Ma io de' regali simili nun gli voglio [417] dalla gente che nun cognosco e nun sono di par mio.
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