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      - Ma te che hai? Che ti pass'egli per il capo?
      Dice lui:
      - I' penso che una volta i' andiedi a caccia co' uno stioppo di cinquemila scudi, tirai e i' la colsi in un piedi e nun l'ebbi.
      - Chi, chi? - tutti a urlare.
      - Te nun connetti.
      E [420] lui:
      - I' penso che un'altra volta i' andiedi a caccia co' uno stioppo di diecimila scudi, tirai e i' la colsi in un ginocchio e nun l'ebbi.
      - Ma chi? Che bestia? - bociavano da ugni parte smascellandosi dalle risa. - Te ha' troppo alzato 'l gombito.
      La Marchese però a questo discorso principiò a sturbarsi e nun poteva siedere tranquilla al su posto; e quegli altri badavano a bociare:
      - Ma parla chiaro. Che 'ntendi te con questi 'ndovinelli?
      Dice il Mercante di sale:
      - I' penso che un'altra volta i' andiedi a caccia co' uno stioppo di ventimila scudi, tirai, e i' la colsi 'n mezzo al corpo e questa 'gli è la su' camicia.
      E in nel listesso tempo lui cavò fora la camicia ricamata che lui aveva rubbato la sera 'nnanzi d'in sul capezzali della Marchese.
      Il Re a simile vista scramò:
      - Dunque te nun sie' fedele? Te m'ha' tradito per lo 'nteresso.
      Nascette una gran discussione e la Marchese dovette fuggire via dalla vergogna, che tutti gli buttavano 'n faccia delle brutte parole e 'l Re nun la volse più altrimenti per su' sposa; e lei si niscondé 'n casa sua e nimo ne seppe più nulla.
      E accosì gli toccò questo giusto gastigo per i su' mali portamenti nel mondo.
     
     
     
     
      NOVELLA LI
     
     
     
      Caterina
      (Raccontata dalla ragazza Giuditta Diddi contadina)
     
     
     
      Una volta c'era un Re e una Regina che avevano una gran brama che gli nascessi una creatura; che fusse mastio o femmina nun gl'importava a loro, pure di non restare sempre soli 'nsenza erede nel mondo; e il Signore finalmente, quando gli parse, gli disaudì que' regnanti, perché gli ebbano una bambina e furno dimolti allegri di questa grazia, e nun si pole dire in che mo' s'addevano a rallevarla la figliola con tutta l'attenzione, e gli posano per nome Caterina.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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