- È bene sentirla come finisce la novella. Dite pure, bella pastora.
E la Caterina:
- Ma i soldati furno più giusti di quel barbaro padre: non se le volsano imbrattare le mane con il sangue della ragazza e la lassorno dibandonata nel bosco doppo averla spogliata 'gnuda come Dio la fece, e al Re gli presentorno i su' panni e la lingua d'un cane per segno dell'ubbidienza. La ragazza rimasa lì sola gufata dientro un cespuglio e' la trovò la mattina un figliolo di Re che andeva a caccia; gli garbò, gli mettiede il su' mantello per coprirla, e 'nsomma la diviense su' sposa legittima, abbeneché alla rifruga per nun dar so spetto al padre del giovanotto che di questo matrimonio nun era contento; anzi, per meglio nisconderla lui e' la tieneva la moglie in una villa lontano dalla città, e in codesto logo, a su' tempi, la Caterina gli parturì un bel bambino.
Ficuratevi il Maestro a un simile racconto! Sbergolò a un tratto:
- Ohi! ohi! mi dole il corpo. Bisogna ch'i' vadia via.
Dice il figliolo del Re:
- Eh! no. Bisogna restar qui 'nsino 'nfondo, caro Maestro. A me la novella mi garba, sicché seguitate pure, [429] bella pastora.
E la Caterina:
- Allo sposo della Caterina gli mossan guerra 'n que' giorni e gli toccò a comandare a su' soldati fora del paese. Dunque lui, prima di partire, diede le su' 'struzioni alla sposa per fargli assapere le su' nove; che lei le lettere nun le ricevessi da nimo se no' avanti la levata del sole e doppo sotto il sole. Ma una volta ci capitò alla villa quel Maestro birbone e voleva per forza che la Caterina gli aprissi con la scusa di dargli una lettera finta in sul meriggio; e siccome la Caterina gli arrispose di no e gli sbacchiò la 'nvetriata 'n sul grugno, lui per vendetta ripì a buio da un finestrino su 'n cambera di quella sciaurata e a coltellate gli ammazzò il bambino dientro il letto, e poi scappò per la listessa via.
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