La poera Caterina sperse il cervello dal gran dolore e se ne fuggitte di casa mezzo ammattita, e ora...
Ma il Maestro nun lo sentiede il resto, perché co' un urlaccio s'arrovesciò per l'indietro e andò 'n terra svienuto tutto d'un colpo, in nel mentre che quegli altri dua badavano a dire:
- Te sie' la Caterina. Sie' la mi' figliola, la mi' sposa.
- Sì, sì, son io, - arrispose la Caterina, e s'abbracciorno con grande allegrezza.
Doppo presano il Maestro, lo feciano legare da' servitori e lo menorno alla città, addove co' una camicia di pece addosso fu subbito bruciato 'n mezzo della piazza per gastigo de' su' delitti.
Gli sposi poi si rappattumorno co' genitori e stiedano sempre assieme, e dicerto e' ci saranno tavìa.
NOVELLA LII
La Lieprina
(Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
Una volta in ne' tempi passi ci fu un Re con tre figlioli grandi, e questi tre figlioli avean tutti una gran smania di pigliare moglie. Su' padre però nun era contento di dargliela, perché dientro al su' core lui preferiva il più piccino; gli voleva più bene per esser lui bono e amoroso e quegli altri dua no, e l'idea del Re era di farlo erede della corona: ma per nun mettere dell'astio tra' fratelli il Re steva zitto e trandugiava a cercargli donna, sicché quando loro gliela chiesano nun gli parse vero, e immaginò un modo per rinuscire nella su' segreta 'ntenzione.
Dunque disse il Re:
- Andate a girare per il mondo; e quello che torna più galantomo, quello piglierà moglie.
I tre giovanotti subbito ammannirno le robbe e i quattrini per il viaggio e doppo se n'andiedano, chi di qua, chi di là, per istrade diverse; ma il Re al più piccino gli diede di niscosto la potenzia della Corona, perché lui se ne servissi al bisogno.
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