La gente principiò a chiamarlo Peppe da tutte le parti, e 'l su' nome si sparse tanto che finalmente pure il Re lo volse a visitare la Principessa. 'Gli era appunto quel che Peppe bramava.
Dunque una mattina co' un tiro a quattro Peppe scende al Palazzo reale e salito a udienza dal Re gli disse:
- Sacra Maestà, i' ho bisogno di vedere la malata a quattr'occhi per confessarla insenza soggezione, insennonò, se lei nun mi s'appalesa, le mi' medicine nun gli fanno pro.
Dice il Re:
- I' vi do il mi' pieno permesso, e badate di guarirmela questa ragazza, perché mi preme.
Insomma, [437] quando Peppe fu solo 'n cambera con la Principessa, lei saltò giù dal letto bell'e rinsanichita, e chiamato il Re gli scopersano i mali portamenti de' du' fratelli maggiori e che loro avevano volsuto ammazzare Peppe per godersi della su' donna e della su' robba.
Il Re a quella nova intendeva di riffa che que' du' birboni fussan subbito menati al supplizio; ma Peppe e la sposa lo supplicorno tanto di perdonargli, che lui s'abbonì, con patto però che loro rimanessano nel palazzo insenza mai pigliar moglie e sempre sottoposti al fratello più piccino.
E accosì successe; e Peppe, doppo morto 'l Re su' padre, ereditò il Regno e la corona, e stiede allegro e contento a lato della su' cara sposa.
NOVELLA LIII
I tre Consigli
(Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
Un poer'omo, che il campamento lo ricavava dalle su' propie braccia, aveva la su' moglie gravida, e steva soprappensieri del come sopperire alle spese del parto e della creatura da nascere; sicché un giorno disse alla moglie:
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