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      Bada d'ubbidire.
      Dunque a levata di sole l'omo prendette licenzia dal padrone che gli diede una spizzea di quattrini per la spesa della strada, e co' su' fagotti e l'accetta si metté 'n cammino, e a buio si fermò a un'osteria deserta per riposarsi. Comanda la cena, e gli portano la minestra scodellata dientro una testa di schelatro di [440] cristiano.
      Eh! gli s'arrizzorno i capelli a lui, e fu 'n sull'undici unce di riscaldarsi per una simile porcheria; ma poi a un tratto ripensò a quel primo consiglio del su' padrone: Nun metter la bocca addove nun ti tocca, e fece le viste di nun essersi accorto di nulla, lassò stare la minestra e ascese 'n cambera digiuno per isdraiarsi a letto, e diviato si spoglia e 'nsacca tra le lenzola: ma a male brighe che si fu disteso, gli parse all'omo che ci fusse qualcuno in sull'altra sponda; tasta e sente un corpo freddo.
      - Cattadeddina! - scrama: - che c'è egli? - e dal terrore gli s'accapponavano le carni.
      Svelto l'omo salta giù e accende uno zolfanello, e scopre che nel letto c'era lungo stecchito un ammazzato tutto trasficurito e sanguinente.
      - Genti mia! i' so' capitato in una spelonca d'assassini! - lui barbottò, e il su' pensieri fu subbito di mettersi alla finestra a sbergolare aiuto.
      Ma poi disse:
      - No, che nun mi tocca. Diamo retta al mi' padrone.
      Sicché insenza più dormire e l'accetta 'n mano per tutti e' casi, aspettò 'l giorno su d'una sieda, e quando s'accorse che nell'osteria gli erano desti, scese 'n cucina per pagare l'alloggio e andarsene.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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