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      La moglie Gaspera, che 'n tutta la notte dal gran pensieri nun aveva chiuso un occhio e aspettava il su' marito ritta 'n sull'uscio, quando Menico apparì, disse:
      - Sia lodato il Signore! I' ti credevo morto dalla burrasca di ieri a sera. Addo ve sie' stato, marito mio?
      - Zitta, zitta, moglie, nun far tanto chiasso, - dice Menico: - i' ho trovo la fortuna. Sbrigati e aitami a scaricare il mi' ciuco, e queste ceste si riporranno niscoste 'n cambera.
      Domanda la Gaspera:
      - Ma che t'è egli successo? In che mo' questi misteri?
      - M'è successo - dice Menico - ch'i' ho scoperto il covo de' ladri co' una lapida che a comandargli: "Cicerchia, apriti", s'apre; e poi: "Cicerchia, serrati", e quella si serra; e i' nun ho fatto il minchione, ma ho rubbato più che ho possuto a que' ladri. Ma zitta, perché, se quando s'avveggano del malestro mi trovassano, no' siem tutti morti.
      Con queste ricchezze Menico e la Gaspera facevano da un pezzo vita scelta; Menico al bosco nun ci andeva più mai; rimpulizzì la casa, comperò della terra, tiense cavallo e calessino e se la passava da signore.
      In sulle prime l'Agata, moglie di Gigiuccio nun ci abbadò agli sciali di Menico e della Gaspera; ma siccome, loro ugni giorno e' si mettevano sempre più alla grande, all'Agata gli principiò l'aschero e la bramosia di [446] cognoscere perché ragione tanta gallorìa de' su' cognati, mentre che lei era rimasa in nella miseria e il su' marito s'arrapinava notte e dì per buscarsi a fatica un po' di campamento; sicché diceva a Gigiuccio:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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