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      Decco quel che si guadagna a dar le figliole a balia! Di tre ch'i' n'ho, e' nun ce n'è una rinuscita a garbo! E te sie' la peggio, accosì sfacciata. Il vero nome l'ha' sempre con teco.
      Insomma le donne di fora cenorno dal mercante, e la sera quando fu ora d'andare a letto la Sfacciata tanto disse [458] e tanto pregò, che su' madre, per liberarsi da quello struggi, finì con permettergli di dormire assieme al Re, che lei, travestito a quel mo' da donna, concredette fusse davvero la figliola della balia.
      Di stare la notte a letto con la Sfacciata il Re nun se l'era immaginato: ma oramai, 'nsenza scoprirsi e dar nascimento a un buggianchìo, nun volse parere di far lo spuzzolo: si lassò menare 'n cambera, si mettiede su d'una sieda e 'gli aspettava a spogliarsi; ma la Sfacciata sderta si cavò per insino la camicia, e po' d'un salto e chiassando salisce il letto e nentra fra le lenzola.
      Una volta a letto, la Sfacciata, vedendo il Re che non si moveva, dice:
      - Animo via! sbrigati. Che ti vergogni di me, allocca? Tira via, che mi sa mill'anni d'averti qui.
      Il Re la cancugnò un bel pezzo ora co' una scusa, ora co' un'altra, e finalmente fu obbligato a mettersi pur lui nel letto; ma si tieneva tutto temidoso su una proda, e la Sfacciata a canzonarlo, e 'nsenza tanti complimenti lo pigliò per forza con le mane, se lo tirò nel mezzo, e lì a abbracciarlo, baciarlo e a far mille mattìe per ispasso.
      Ficuratevi la paura del Re a trovarsi lì con quella ragazza ardita, mentre lui nun voleva che lo ricognoscessi per omo!


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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