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      - I' nun m'appongo. Se gli garba di mettersi co' una par mio, mi tiengo per onorata.
      - Ma la mi' brama - dice il figliolo del Re - sarebbe quella di dormire una notte assieme.
      Fa la ragazza:
      - Volenchieri! Vienga pure a trovarmi stanotte 'n cambera mia, che lasserò l'uscio soccallato.
      Il figliolo del Re dormì con la maggiore: ma doppo nun la guardò più come se nun l'avessi ma' cognosciuta. Di lì a qualche giorno il figliolo del Re si scontra in nel giardino con la mezzana.
      Dice:
      - Vole fare all'amore con meco?
      Arrisponde la mezzana:
      - Sì che ci vo' fare.
      - Ma i' gradirei dormire assieme una notte, - disse il figliolo del Re, - se lei è contenta.
      Dice la mezzana:
      - Volenchieri! Sì che son contenta. I' l'aspetto 'n cambera a buio, vienga pure.
      Ma anche la mezzana il figliolo del Re doppo che se l'ebbe goduta nun la volse più vedere. La prendette a noia come la maggiore.
      Passan degli altri giorni e la più piccina delle sorelle, che per nome si chiamava Caterina, pure lei trovò nell'orto il figliolo del Re, che al solito gli domandò, se gli garbava di fare all'amore con lui.
      Dice la Caterina:
      - E come! 'Gli è propio il mi' piacere. Ma lei che 'ntenzioni ha?
      Arrisponde il figliolo del Re:
      - Le mi' intenzioni sono bono: ma io ho anco un gran desio che lei mi meni a letto con seco.
      Dice la Caterina:
      - Volenchieri! 'Gliel'accordo subbito. Vienga stanotte 'n cambera mia, i' son pronta a tutto.
      La Caterina però 'gli era più furba e maliziosa delle su' sorelle, e 'nnanzi che il figliolo del Re gli nentrassi 'a cambera, lei fece una buca larga nel solaio al disotto del letto, ei accomidò in bilico una sieda, e 'a sulla sieda ci mettiede appoggiate le materasse: nun si vedeva nulla per via del copertoio per insino a terra.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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