Pagina (611/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Corrite, corrite, gli han dato la stura alle botti.
      Corsano e viense anco il figliolo del Re, che subbito si rafficurò chi era stato l'autore, e disse:
      - Decco! Qui 'gli è nentrata quella birbona della Caterina. Mettici la tagliola, cantinieri, d'attorno alle botti, e se ma' mai la ladra ci arritorna, nun anderà via 'nsenza il su' giusto premio.
      Di lì a un po' di tempo il figliolo del Re, per una gran festa, volse dare un desinare e 'nvitò un buggianchìo di dame e cavaglieri; il coco si mettiede a opera per farsi onore, e gli odori delle su' pietanze si spargevano dappertutto, massime l'odore d'un arrosto; sicché alla mezzana, a male brighe che lo sentette, gli s'arridestò repente la voglia di mangiarne un bel tòcco.
      Dice:
      - Caterina mia, se te mi vo' bene, fammelo avere quell'arrosto del Palazzo reale. S'i' nun posso assaggiarlo, i' guasto la creatura di sicuro.
      Abbeneché la Caterina fusse dimolto ardita, nunistante a ristiarla per la terza volta gli parse da sfacciata, e la cancugnò un pezzo 'nnanzi di contentarla la su' sorella; ma quella co' pianti e le parole, ostinata in nella su' idea di cavarsi 'l capriccio, supplicò tanto, che da ultimo la Caterina nun poté più resistere; e, scesa giù dientro l'orto, pian pianino in peduli dalla solita finestra nentra in cucina del Re e allunga le mane 'n sull'arrosto che girava al foco.
      Ma per tornare un passo addietro, bisogna sapere che il figliolo del Re se l'aspettava la vienuta della Caterina; e però lui aveva ordinato che caricasseno la tagliola, e che quando lui era 'a cucina con la ladra, nimo rientrassi 'n senza la su' chiamata, anco se sentivano degli urli e de' rammarichii.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Caterina Palazzo Caterina Caterina Caterina