A una cert'ora, che nun era però levo 'l sole, i tre fratelli furno svegli assieme come da una scossa:
- Che 'gli è successo, che 'gli è successo? - scramano.
Dice 'l maggiore:
- I' sognavo che avevo una borsa, e ugni volta che ci mettevo la mano dientro i' tiravo fora le munete a manciata. Arcipreti! Veggo ch'i' ho almanaccato l'inganno.
- E io pure, - dice 'l mezzano, - sognavo che avevo una bottiglia, e qualunque sorta di vino e di liquore i' chiedessi, la bottiglia me lo verciava a divizia. Peccato che la sia una bugia!
Dice 'l più piccolo:
- E i' sognavo d'essere al possesso d'un ferraiolo, che a metterselo addosso nimo mi vedeva, sicché in ugni bottega entravo a pigliare insenza ristio né spesa, pane, vino, robba a mi' piacimento da mantienere tutti noi tre. Ah! ma i sogni èn' sogni, e se fussan veri finirebban le miserie. È più meglio ridormire 'nsino a giorno e poi s'anderà per il nostro viaggio da affamati.
I tre fratelli si riaddormentorno.
A bruzzolo scionnati, in [472] nel mentre che stevano per arrizzarsi, che è che nun è, si trovano accanto quel che s'erano insognato la notte; il maggiore la borsa sempre piena di munete, il mezzano la bottiglia con ugni sorta di vini e liquori, e il più piccolo il ferraiolo che rendeva 'nvisibile.
- Oh! vo' de' quattrini? - scrama 'l maggiore, e ne dà delle manciate a' su' fratelli.
- S'ha bere? - disse 'l mezzano: - Chiedete pure, che c'è da contentarvi.
Per istrada poi 'l più piccino rientrava per le botteghe alla rifruga, e lì, piglia pure della bona robba da mangiare!
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