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      Dice il giovanotto:
      - Questo po' no.
      E la ragazza:
      - Dunque lei nun si fida d'una Principessa! Nun gliela porto mica via, sa? la su' borsa. Gradisco soltanto d'averla tra le mane e, se nun s'oppone, i' vorrei che la vedessi pure 'l babbo. Via! me lo faccia questo piacere, se è vero che mi vole bene.
      Dice il giovanotto:
      - Senta, i' son d'accordo anco di fargliene un presente della mi' borsa, ma a patto che lei divienga la mi' sposa, insennonò i' nun gli do nulla.
      - Oh! - fa la Principessa, - nun basta il mi' consenso per la su' domanda. Bisogna sapere quel che ne pensa 'l babbo; e pol essere, che se lui vede la borsa dica subbito di sì. Mi lassi provare. Mi dia la borsa per un momento; i' vo di là 'n salotto dal babbo e 'n du' salti arritorno a riportargliela.
      Stiedano 'nsomma un bel pezzo a tira a tira; ma da ultimo al giovanotto, lusingato con mille daddoli e occhiatine tenere, gli viense l'ora del minchione e diede la borsa alla Principessa, che disparse in un battibaleno. E 'gli [474] ebbe l'allocco un bell'aspettare 'nsino alla fine della festa, che tutti gli eran partiti e c'era rimaso lui soltanto! La Principessa non la poté più rivedere.
      Quando a un tratto deccoti un servitore che gli domanda con mal garbo al giovanotto:
      - Che bramate vo' qui? Chi siete?
      Dice lui:
      - I' son quello che ho dato alla Principessa un oggetto per mostrarlo al Re su' padre, e i' aspetto che me lo riporti.
      Fa 'l servitore:
      - Ma che oggetto! La Principessa nun ha bisogno della robba degli altri, e massime d'uno sbrendolone come voi.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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