Lui camminava distratto alla sbadata insenza sapere via via in che logo si trovava, quando a un tratto una voce lo riscosse, e alzati gli occhi si vedde davanti un bel giovanotto vestito da gran signore che gli disse:
- Bon giorno, Sire! Che forse nun sta bene?
Arrisponde l'Imperatore:
- Nun ho male, e nun posso tavìa dire che sto bene.
- Eh! - dice il giovanotto: - La cognosco a perfezione la su' malattia. Lei è afflitto, perché nun ha figlioli.
Scrama l'Imperatore:
- Chi siete voi, che siete capace di sapere per insino i segreti mia? Che volete in queste parti?
- Sire! - arrispose il giovanotto: - I' son uno che pole insegnargli 'l modo d'avere un figliolo mastio, che faccia la su' contentezza.
- Come, come? - addimandò tutto premurioso Adelasio: - Parlate pure alla libbera.
Dice il giovanotto e in quel mentre si frucava per le tasche:
- Decco qui, i' gli do queste tre mela. Lei vadia 'n cambera e dua le porga a mangiare all'Imperatrice; quell'altra la mangi lei, e vederà che tra nove mesi gli nasce un bel bambino.
L'Imperatore prendette le tre mela con un po' di sospetto e le guardò, ma quando volse dell'altre spiegazioni, fu tutto inutile, perché il giovanotto 'gli era disparso diviato, e non gli rinuscì a Adelasio scoprire per indove fuss'ito; sicché soprappensieri riviense 'n casa e se n'andiede dalla moglie a raccontargli quel che gli era successo.
Dice l'Imperatrice:
- Sarà 'n fondo mal di poco, se mangiate le mela, poi nun è vero nulla la 'mprumessa del giovanotto. 'Gnamo, date qua, che senta come son bone.
| |
Sire Imperatore Imperatore Adelasio Imperatrice Imperatore Adelasio Imperatrice Gnamo
|