A giorno si levorno per far culizione e doppo si messano a siedere sur una spianata dientro al giardino, con intorno il branco de' cinquecento assassini che nun eran volsuti, com'al solito, spargersi per le campagne, ma 'ntendevano di far la guardia al figliolo dell'Imperatore per difenderlo da qualunque assalto e per tienerlo divagato e allegro in nelle su' ubbìe.
A una cert'ora, che stevano a chiacchiera del più e del meno, deccoti alla lontana comparisce 'l diavolo.
Il figliolo dell'Imperatore principiò a urlare com'un'anima dannata e gli assassini s'impostorno con gli stioppi e feciano una scarica in verso 'l diavolo. Ma sì! e' fu come tirare al vento.
Allora gli corsano addosso tutti assieme con il cultello 'n tra le mane: il diavolo però 'gli alzò un braccio e gli assassini anderno per aria che parevano loppa di grano. Chi ce ne pole con Berlicche?
Visto questo lavoro il Padre Ceserò volse pigliarlo con le bone il diavolo, e gli disse di fare con lui un patto, purché lassassi libbero il figliolo dell'Imperatore: e il patto fu, di dargli 'n scambio la su' anima e quelle de' su' cinquecento compagni, ugni cosa fermato con giuro e [488] con scritta.
Scrama il diavolo:
- Aho! ci sto. I' lasso un'anima e n'acquisto 501. Lo credo! Subbito s'ammannisca 'l disteso.
Accosì per il grand'amore che il Padre Cesere portava al figliolo dell'Imperatore, questo viense riscattato dal su' destino e il diavolo non gli diede più noia.
Ora successe che 'l giorno di San Giuseppe tutti gli assassini gli erano fora e nun eran rimasi a casa che 'l Padre Cesere e il giovanotto.
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