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      Il Padre Cesere si levò la mattina e a male brighe affaccio alla finestra vedde alla lontana una chiesina fatta di novo. Chiama 'l giovanotto e gli dice:
      - Lesto! Va' laggiù e bada se ci sono lampane d'oro e d'argento, pigliale e portamele.
      Il giovanotto gli ubbidì, abbeneché gli rincrescessi quel comando di rubbare; ma per gli obblighi sua in verso il Padre Cesare nun potette dirgli di no; sicché dunque andiede alla chiesina e ci trovò dientro un prete solo che predicava 'n sul pulpito e che gli domandò quel che lui bramava. Il giovanotto dapprima si peritava a palesarglielo; ma poi nun ebbe core di nisconderglielo, e finì con raccontargli anco tutta la su' storia.
      Dice 'l prete:
      - Le lampane sono del Padre Cesere, purché lui vienga a pigliarle 'n persona. E te torna con lui, e se te vo' salvargli l'anima, che lui ha venduto per te, quella 'n quel cantuccio 'gli è una spada; quando tornate assieme, te agguantala e tagliagli netta la testa al Padre Cesere.
      - Ma come? - scrama il giovanotto: - I' ho da commettere un simile tradimento contro 'l mi' benefattore? Nun sarà mai.
      Dice il prete:
      - Eppure questo è 'l modo di farlo andare 'n paradiso lui e i su' cinquecento compagni anco a dispetto del diavolo, e dopo te poterai essere battezzato.
      Insomma, finì con persuadersi il giovanotto e arritornò a chiamare il Padre Cesere con la scusa che da sé alle lampane non c'arrivava, e quando riviensano assieme, a male brighe 'n chiesa, il figliolo dell'Imperatore, presa la spada, a un tratto con un colpo ben assestato mozzò la testa al Padre Cesare e lo mandò diritto 'n paradiso.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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