Addio! E [494] sappi ch'i' sono la Regina del Portogallo.
E in un tratto disparì lei e il palazzo, e Fiordinando s'arritrovò solo dibandonato dientro al folto della macchia e gli ci volse del bello per iscoprir la strada per ritornarsene a casa sua. Bensì nun istiede a perder del tempo. Invogliato com'era di ricercare la bella Regina, ammannì una valigia, s'empiette la borsa di quattrini e trascelto un ministro fidato per su' compagno, con le poste fece partenza in verso Parigi, e 'nsenza fermarsi, mezzo morto per lo strapazzo, nun ismontò che a un albergo di quella città famosa.
Quando Fiordinando si fu un po' riposato dal viaggio, con gran premuria si diede a rinfrustare se la Regina del Portogallo fusse davvero arriva pure lei a Parigi, e prima di tutto volse sentire se l'oste sapeva nulla. Dice:
- Nun c'è egli punte novità in queste parti?
Arrisponde l'oste:
- Novità nun ce n'è. Che novità ci hanno da essere?
Dice Fiordinando:
- Le novità son di tante sorta. Guerre, feste, personaggi di nome che passano.
- Ah! - scrama l'oste: - allora una novità c'è. La Regina di Portogallo è vienuta a Parigi da cinque giorni e fra tre riparte per Pietroburgo. 'Gli è una bella signora dimolto 'struita; e si diverte a visitare le cose rare, e ugni doppo pranzo passeggia con dodici damigelle fora della porta qui vicina.
Domanda Fiordinando:
- Che si pole vedere?
Fa l'oste:
- Ahó! Una volta che lei passeggia 'n pubblico, 'gli è ognuno padrone di vederla.
- Bene, bene, - disse Fiordinando. - Infrattanto ammanniteci da desinare perché s'ha fame.
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