Infrattanto il Romito sortito dalla grotta 'gli aveva preso anco la pezzola e steva a guardare attento quel che sarebbe successo.
A notte fitta Fiordinando si risveglia per il primo, e 'ncattivito per la su' mala ventura e per la disubbidienza del ministro, di repente tira fora le terzette e va per iscaricarle dientro al cervello di quel disgraziato, che sempre dormiva; ma fu per sorte a tempo a fermargli le mane il Romito che gli disse:
- Nun ci ha colpa lui di questi fatti; la colpa 'gli è dell'oste, che gli alloppiò il vin nero, il vin bianco e il brodo della minestra.
- Oh! 'n che maniera? E voi come lo sapete? - scrama Fiordinando.
Dice il Romito:
- I' lo so, perché ci sono de' su' nemichi e i' gli cognosco. Ma 'nfrattanto lei nun sa, che la Regina del Portogallo è vienuta tutt'a tre i giorni a scionnarlo dal sonno e che nun gli rinuscì; e che lei gli posò 'n sulla faccia un diamante, una ciocca di capelli e una pezzola macchiata dalle su' lagrime di sangue.
Domanda Fiordinando tutto sorpreso e addolorato:
- Addov'è questa robba?
Dice 'l Romito:
- La robba i' l'ho io per custodirla, insennonò qualche ladro e' l'arebbe rubbata 'nsenza che lei se n'avvedessi. Deccola qui; la pigli e ne tienga di conto, perché se lei ha giudizio ci pol essere la su' fortuna.
- Come? - domandò Fiordinando.
Dice il Romito:
- La Regina del Portogallo è già ita via a Pietroburgo per farsi giocare alla giostra a chi deve sposarla. Ora, con questi regali di lei messi 'n vetta alla lancia, il cavaglieri che gli ha 'n possesso vince ognuno di sicuro.
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