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      Dunque, se gli preme, nun trandugi e badi d'essere a tempo alla giostra.
      E' si dura fatica a ficurarselo in che modo Fiordinando corse da Parigi a Pietroburgo per le poste! Insomma gli rinuscì d'arrivare 'n tempo per mettersi 'n nota tra' giostratori, ma no sotto il su' propio nome. E 'n quella città avevano ammannito un recintio co' palchi indove combattere a cavallo per guadagnarsi la bella Regina del Portogallo; e de' guerrieri famosi n'erano [497] arrivi da ugni parte del mondo, con gran traini e servitori, e con armi luccichenti quanto la spera del sole.
      Ma ne' tre giorni della festa, Fiordinando a visiera serrata e con in vetta alla lancia ora il diamante, ora i capelli e ora la pezzola della Regina buttò per le terre cavalli e cavaglieri, che parevan pipistrelli in nel cascare, e nun ne rimase uno ritto, sicché viense gridato vittorioso e sposo della Regina, che quando gli vedde aprire l'elmo e lo ricognobbe, s'arrovesciò tramortita dal gran contento sulla poltrona.
      E accosì fatto lo sposalizio, la Regina e Fiordinando ritornorno a casa e furno ricevuti con festa e allegria dalla Corte e dal popolo.
     
     
     
     
      NOVELLA LX
     
     
     
      Argia
      (Raccontata da Giovanni Becheroni contadino)
     
     
     
      Ci fu una volta un ricchissimo Conte di Bologna, che aveva una bella figliola sopracchiamata Argia, e la trattava da innamorato un cavaglieri detto Petronio, provvisto sì di beni di fortuna, ma che nun poteva in nissun modo, mettersi al paragone della ragazza: in ugni mo', lui per la bramosia di garbare alla su' dama e di nun parere da meno di lei tieneva un gran treno signorile, faceva delle spese da matto e finì che nun gli rimanette il becco d'un quattrino, poero 'n canna e pieno di debiti per insino agli occhi.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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