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      Il Capitano di questo suo raccapriccio adduceva il motivo stesso introdotto dai signori sindaci, cioè che cotali armi sono abbominevoli ad ogni genere di milizia. Egli diceva di aver piú paura d'un coltello che d'un cannone; e questo poteva esser vero a Fratta dove non s'erano mai veduti cannoni.
      Accomodata un po' all'ingrosso quella difficile materia delle armi, si accinsero i signori sindaci a regolare quella non meno importante delle monete; ma la prima stava loro troppo a cuore ed era turbata da troppi disordini, perché non vi dovessero tornar sopra tantosto. Infatti nello stesso anno tornarono a ribadir il chiodo del divieto di portar armi a chi non fosse munito della voluta licenza, estendendolo anche a questi nelle feste sagre o pubbliche solennità, coll'avvertenza, che intorno a tali mancanze si riceveranno denunzie segrete con promessa di segretezza e premio di ducati 20 al denunciante. - Come si vede questa faccenda premeva assaissimo al Maggior Consiglio, per cui autorità i signori sindaci buttavano fuori proclami sopra proclami. Ma l'esuberanza appunto era indizio d'effetto mediocre. Infatti non era facile il sindacato delle armi in una provincia divisa e suddivisa da cento giurisdizioni soprapposte e intersecate le une dalle altre; contermine a paesi stranieri come il Tirolo e la Contea di Gorizia; solcata ad ogni passo da torrenti e da fiumane sulle quali scarseggiavano, nonché i ponti, le barche; e fatta dieci volte piú vasta che ora non sia da strade distorte, profonde, infamissime, atte piú a precipitare che ad aiutare i passeggieri.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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