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      Onde avvenne che se la mia vita corse come quella degli altri uomini in varii paesi, in varie stanze, in diverse dimore, i miei sogni invece mi condussero quasi sempre a spaziare nelle cucine. È un ambiente poco poetico; lo so; ma io scrivo per dire la verità, e non per dilettare la gente con fantasie prettamente poetiche. La Pisana aveva tanto orrore di quel sitaccio scuro profondo mal selciato, e dei gatti che lo abitavano, che rade volte vi metteva piede se non per inseguirmi a colpi di bacchetta. Ma la contessina Clara all'incontro non ne mostrava alcun disgusto, e ci veniva quando occorresse senza torcer la bocca o alzar le gonnelle come facevano persino quelle schizzinose delle cameriere. Laonde io gongolavo tutto di vederla; e se la chiedeva un bicchier d'acqua era beato di porgerlelo, e di udirmi dire graziosamente: - Grazie Carlino! - Ed io poi mi rintanava in un cantuccio pensando: "Oh come sono belle queste due parole: Grazie Carlino!". Peccato che la Pisana non me le abbia mai dette con una vocina cosí buona e carezzevole!
     
     
     
      CAPITOLO SECONDO
     
      Dove si sa finalmente chi io mi sia, e s'incomincia a tratteggiare il mio temperamento, l'indole della contessina Pisana, e le abitudini dei signori castellani di Fratta. Si dimostra di piú, come le passioni degli uomini maturi si disegnino alla bella prima nei fanciulli, come io imparassi a compitare dal piovano di Teglio e la contessina Clara a sorridere dal signor Lucilio.
     
      Il maggior effetto prodotto nei lettori del capitolo primo sarà stata la curiosità di saper finalmente, chi fosse questo Carlino.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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