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      Quanti uomini e donne di gran senno ereditarono la vergognosa necessità del libertinaggio dalle abitudini dell'infanzia? - Parliamoci schietto. - La metafora di assomigliar l'uomo ad una pianta, che tenerella si torce e si raddrizza a talento del coltivatore, fu bastantemente adoperata, perché possa usarla anch'io come una buona maniera di raffronto. Ma piú che una tale metafora varrà a spiegar la mia idea l'apologo del cauterio che aperto una volta non si può piú rinchiudere: gli umori concorrono a quella parte, e convien lasciarli colare sotto pena di guastarne altrimenti tutto l'organismo. Data la sveglia ai sensi come si può negli anni dell'ignoranza, sopravverrà sí la ragione a vergognarsene o a lamentarne la sozza padronanza; ma come sopravviene la forza di debellarli e di rimetterli al loro posto di sudditi? - Lo sviluppo seguita l'avviamento che gli si diede nei principii, in onta all'elegie della ragione, e al rossore che se ne prova; e cosí si formano quegli esseri mezzi, anzi doppi nei quali la depravazione dei costumi è unita all'altezza dell'intelletto, e fino ad un segno anche all'altezza dei sentimenti. Saffo ed Aspasia appartengono alla storia non alla mitologia greca; e sono due tipi di quelle anime capaci di grandi passioni non di grandi affetti, quali se ne formano tante al nostro tempo per la sensuale licenza che toglie ai fanciulli di essere innocenti prima ancora che possano diventar colpevoli. Si dirà che l'educazione cristiana distrugge poi i perniciosi effetti di quelle prime abitudini.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Aspasia