Andando poi innanzi nella vita corressi questa mia strana opinione; ma in quello che spetta al sentimento, non posso sternutire anche adesso in pace, senzaché non mi brulichi dentro un certo desiderio d'udirmi augurare lunga vita e felicità da una moltitudine di voci. La ragione si fa adulta e vecchia; il cuore resta sempre ragazzo e converrebbe dargli scuola a zaffate col metodo patriarcale del piovano di Teglio. Quanto al mutuo insegnamento che ora è venuto di moda, i cuori ci avrebbero pochissimo da guadagnare e molto da perdere in quello scambio di banconote sentimentali che corrono invece delle monete genuine e sonanti d'una volta. Sarebbe un mutuo insegnamento di trappolerie e di falsificazioni con nessunissimo vantaggio della buona causa, perché i piú tirano sempre i meno, come dice il proverbio. Ma tornando al mondo che mi parve tanto bello a prima giunta, come vi raccontava, vi dirò di piú ch'esso non era un paradiso terrestre.
Un ponticello di legno sulla fossa posteriore del castello che dalla corticella della scuderia metteva nell'orto; due pergolati di vigne annose e cariche nell'autunno di bei grappoli d'oro corteggiati da tutte le vespe del vicinato; piú in là campagne verdeggianti di rape e di sorgoturco, e finalmente oltre ad un muricciuolo di cinta cadente e frastagliato, delle vaste e ondeggianti praterie piene di rigagnoli argentini, di fiori e di grilli! Ecco il mondo posteriore al castello di Fratta. Quanto a quello che gli si stendeva dinanzi ed ai lati ho dovuto accontentarmi di conoscerlo piú tardi; mi tenevano tanto alla catena col loro Fulgenzio, col loro piovano, col loro spiedo, che perfino nel mondo dell'aria libera e delle piante, perfino nel gran tempio della natura, mi toccò entrarvi di sfuggita e per la porta di dietro.
| |
Teglio Fratta Fulgenzio
|