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      - Ah! sei un ragazzo? - soggiuns'egli curvandosi un po' dalla mia banda e mostrandomi una figurona nera nascosta sotto le falde d'un cappellaccio da contrabbandiere o da mago. - Sí, sei un ragazzo; e dove vai?
      - Andrei a Fratta se il signore mi aiutasse - diss'io ritraendomi per un po' di paura che aveva di quella figura.
      - Ma come ti trovi in questi dintorni ove non passa mai anima viva di notte? - domandò ancora lo sconosciuto con qualche sospetto nella voce.
      - Ecco; - risposi io - sono scappato di casa per qualche dispiacere, e camminai camminai, finché giunsi in un bel luogo dove vidi molta acqua molto sole e moltissime belle cose che non so cosa le sieno: ma nel ritorno mi trovai piuttosto imbrogliato, perché si faceva scuro e non mi ricordava la strada, e correndo alla ventura adesso mi vedo qui, e non so proprio dove mi sia.
      - Sei dietro San Mauro verso la pineta, fanciullo mio; - riprese quell'uomo - ed hai quattro miglia buone per giungere a casa.
      - Signore, la è tanto buono - soggiunsi io di bel nuovo, facendo forza colla paura maggiore alla minore - che la mi dovrebbe insegnare qual modo debba tenere per giunger a casa per le piú spiccie.
      - Ah tu credi ch'io sia buono? - disse il cavaliere con un accento alquanto beffardo. - Sí, perdiana, che hai ragione, e voglio dartene una prova. Saltami in groppa, e giacché devo passarci, ti metterò giù di fianco al castello.
      - Sto nel castello appunto - ripresi io non sapendo se dovessi fidarmi alle proferte dello sconosciuto.
      - Nel castello?


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Fratta San Mauro