In ciò dire l'uomo della gran barba spinse il suo cavallo alla carriera per una straducola che mena a Ramuscello, ed io restai là a udire colla bocca aperta lo scalpitar del galoppo. E quando il romore si fu dileguato girai intorno alle fosse, e sul ponte del castello vidi Germano che guardava intorno come se aspettasse qualcuno.
- Ah birbone! ah scellerato! andar a zonzo per queste ore! tornar a casa cosí tardi? Chi te ne ha insegnate di tanto belle?... Ora te la darò io!!...
Cotal fu l'intemerata con cui Germano mi accolse; ma la parte piú calorosa dell'orazione non posso tradurla in parole. Il buon Germano mi menò avanti a sculacciate dalla porta del castello fino a quella di cucina. Là mi saltò addosso Martino.
- Furfantello! scapestrato che sei! non la farai la seconda volta, te lo giuro io! arrischiarti di notte per questo buio fuori casa!
Anche qui la parlata fu il meno; il piú si erano le scoppate che l'accompagnavano. Se tanto mi toccava dagli amici, figuratevi poi cosa dovessi aspettarmi dagli altri!... Il Capitano che giocava all'oca con Marchetto s'accontentò di menarmi un buon pugno nella schiena dicendo che la mia era tutta infingardaggine, e che dovevano consegnarmi a lui per averne un buon risultato de' fatti miei. Marchetto mi tirò le orecchie con amicizia, la signora Veronica che si scaldava al fuoco tornò a ribadirmi le sculacciate di Germano, e la vecchiaccia della cuoca mi menò un piede nel sedere con tanta grazia che andai a finir col naso sul menarrosto che girava.
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