Pagina (153/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .... Me ne consolo con te. Io ti predico fin'ora che la tua mala condotta ti trarrà in perdizione, che farai la mala vita come l'ha fatta tuo padre, e che finirai col farti appiccare, come è vero che ne dimostri fin d'ora tutte le buone disposizioni!
      A quel punto credetti sentire nel collo lo strettoio del capestro. Nulla! erano le dita della signora Contessa che mi attanagliavano al solito luogo. Io mandai due strilli cosí acuti che accorsero dal tinello il Piovano, il Cancelliere, la Clara, il signor Lucilio, il Partistagno, e perfino, un attimo dopo, il signor Conte e Monsignore. Tutta questa gente, unita a quella che si trovava in cucina e alle fantesche e alle cameriere accorse pur esse, componeva un bellissimo apparecchio di assistenti alla mia passione. Lo spiedo stava fermo, e la cuoca s'era intromessa per distaccarmi le mani dalla coppa e rimettermele al lavoro: ma io era ancora troppo distratto dalla rabbiosa operazione della Contessa perché potessi dar mente a quell'altro impiastro.
      - Dimmi ora cos'hai fatto a zonzo fino a due ore di notte - riprese colei riponendosi ambe le mani sui fianchi con immensa mia consolazione. - Voglio sapere tutta la verità, e a me non la darai a intendere coi tuoi grilli, e col frignare!
      La signora Veronica ghignò, come sanno ghignare solo le cattive vecchie e il diavolo; io dal mio canto le buttai un'occhiata che valeva per cento maledizioni.
      - Parla parla, sangue di galera! - urlò la Contessa facendomisi questa volta addosso con ambe le mani uncinate come gli artigli d'una gatta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Contessa Piovano Cancelliere Clara Lucilio Partistagno Conte Monsignore Contessa Veronica Contessa