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      - Nessuno, nessuno! - brontolò la Contessa - lo sapremo chi era questo nessuno! Faustina, - aggiunse ella, parlando alla donna dei ragazzi, - porterete subito il letto di Carlino nel camerottolo scuro tra la stanza di Martino e la frateria, e menatevelo quando sarà in punto l'arrosto. Di là, carino mio - continuò volgendosi a me - non uscirai piú se prima non avrai detto chi era quell'uomo a cavallo col quale sei venuto fin sulla scorciatoia di Ramuscello.
      La Faustina aveva acceso il lume, ma non era partita ancora per trasportare il mio covacciolo.
      - Vuoi dunque dire chi era quell'uomo? - domandò la Contessa.
      Io volsi uno sguardo alla Faustina; e mi sentii rompere il cuore pensando che prima di coricarmi non avrei piú potuto fisar gli occhi ed anche arrischiar un bacio sulle palpebre socchiuse e sul bocchino tondetto e rugiadoso della Pisana. E stava in me forse che la Faustina non partisse!
      - No! non ho veduto nessuno! non son venuto con nessuno, io - risposi ad un tratto con maggior franchezza che non avessi mai mostrato dapprima.
      - Ebbene! - soggiunse la Contessa tornando verso il tinello dopo aver fatto alla Faustina un altro gesto che la indusse ad uscire per l'eseguimento degli ordini ricevuti. - Sia fatto come tu vuoi!
      Mise le mani in tasca e uscí tirandosi dietro in codazzo tutta la comitiva; ma ognuno prima di seguirla mi volgeva due occhiate che sanzionavano la giusta sentenza della castellana. Il Conte mi esorcizzò inoltre con un gesto che significava: - Costui ha il diavolo addosso.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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