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      - Tutto questo io vidi nella prima alzata d'occhi; ma nel ritirarli poi, m'addiedi d'una vecchia curva e pezzente, che pregava con gran fervore davanti a quel san Rocco. E la mi sembrò la Martinella, una povera accattona cosí chiamata in quel contado, che soleva fermarsi a prender una presa dalla scatola di Germano, ogniqualvolta la passasse dinanzi al ponte di Fratta. Me le accostai allora con qualche soggezione, perché i racconti di Marchetto mi avevano messo tutte le vecchie in sospetto di streghe; ma la conoscenza e il bisogno mi spronavano a non dar addietro. Ella mi si volse incontro con una cera fastidiosa, benché fosse per costume la poveretta piú paziente e affabile di quante ne giravano: e mi chiese borbottando cosa facessi io in quel luogo ed a quell'ora. Le risposi che andava in cerca della Pisana, la figliuoletta della Contessa, e che mi preparava appunto a domandarne a lei se per avventura non l'avesse veduta passare col ragazzetto dello speziale.
      - No, no, Carlino; non l'ho veduta - rispose con molta fretta e alquanta stizza la vecchia, benché volesse mostrarmisi benevola. - Mentre tu la cerchi ella è già forse tornata a casa da un'altra banda. Va, va in castello; son sicura che la troverai.
      - Ma no - soggiunsi io - l'ha appena finito di pranzare or ora...
      - Ti dico che tu vada là e che non puoi sbagliare di raggiungervela; - mi interruppe la vecchia - anzi un cinque minuti fa, ora che mi ricordo, devo averla veduta che la svoltava giù dietro il campo dei Montagnesi.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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