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      - Il mondo va innanzi con me, e potrebbe andare senza di me. Questo è il mio conforto, e del resto il Signore pensa a tutto. Ma la ci viene sovente, ella, alla fontana?
      - Oh spessissimo; - rispose la Doretta - massime quando ho caldo.
      Leopardo pensò che come si erano incontrati quella volta potevano incontrarsi altre volte ancora; ma un tal pensiero gli parve troppo ardito e lo confinò in una lunga occhiata di desiderio e di speranza. Invece colle labbra tornò a favellare del caldo e della stagione; e diceva che per lui estate inverno e primavera era tutt'uno. Non se ne accorgeva che per le foglie che nascevano o cascavano.
      - Io poi amo soprattutto la primavera! - soggiunse la Doretta.
      - Ed anch'io lo stesso! - sclamò Leopardo.
      - Come? ma per lei non è tutt'uno? - disse la fanciulla.
      - È vero: mi pareva... ma... Oggi è una cosí bella giornata che mi fa dar la palma a quest'età prima dell'anno. Credo poi che dicendo che per me era tutt'uno, intendessi parlare riguardo al caldo od al freddo. In quanto al piacere degli occhi, sicuro che la primavera è la prima!
      - C'è quel birbo di Gaetano a Venchieredo che difende sempre l'inverno - soggiunse la ragazza.
      - In verità quel Gaetano è proprio un birbo - ripeté l'altro.
      - Che? lo conosce anco lei? - chiese Doretta.
      - Sí... cioè... oh non è il guardiano? - balbettò Leopardo. - Mi pare, ho un'idea confusa di averlo udito nominare!
      - No, non è il guardiano; è il cavallante - soggiunse la giovane - con lui c'è sempre da venir ai capelli per questa inezia.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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