Per dettarne praticamente un trattato completo converrebbe formare una biblioteca nella quale ogni uomo ed ogni donna depositasse un volume delle proprie osservazioni. Si leggerebbero le cose piú magnanime e le piú vili, le piú celesti e le piú bestiali che possa immaginare fantasia di romanziero. Ma il difficile sarebbe che cotali scritture obbedissero al primo impulso della sincerità; poiché molti entrano nell'amore con un buon sistema preconcetto in capo, e vogliono secondo esso, non secondo la forza dei sentimenti, spiegare le proprie azioni. Da ciò deriva l'abuso di quella terribile parola sempre, che si fa con tanta leggerezza nei colloqui e nelle promesse amorose.
Moltissimi credono, e a buon diritto, che l'amore eterno e fedele sia il migliore; e perciò solo s'appigliano a quello. Ma per radicarsi stabilmente nel petto un gran sentimento, non basta saperlo e crederlo ottimo, bisogna sentirsene capaci. I piú, se ponessero mente in ciò, non porgerebbero nei fatti loro tante buone ragioni di calunniare la saldezza e veracità degli umani propositi. Gli è come se io scrittorello di ciance pensassi: "Ecco che il sommo vertice dell'umana sapienza è la filosofia metafisica; io dunque sono filosofo come Platone, e metafisico al pari di Kant". In vero bel ragionamento e proprio da schiaffi! Ma l'arroganza che non si permetterebbe ad alcuno negli ordini intellettuali, la permettiamo poi molto facilmente a noi medesimi nella stima dei sentimenti nostri; benché la paia ancor meno ragionevole perché il sentimento piú che l'intelletto sfugge al predominio della volontà. Nessuno oserebbe uguagliarsi a Dante nell'altezza della mente; tutti nell'altezza dell'amore.
| |
Platone Kant Dante
|