Pagina (223/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ... E cosa risponderebbe poi al Signore quando gli toccherà rendergliene conto?...
      - Fatti in là con quel rasoio, figliuola mia! - le rispose il prete - e sta' pur quieta che in montagna non vi andrò di sicuro!... Mi metteranno in berlina, ma in un'altra canonica no per certo!... Figurati se nella tenera età di quarant'anni voglio trovarmi fra musi tutti nuovi, e ricominciar daccapo quello stento che provai a venir su da bambino fino ad ora!... No, no, Giustina!... L'ho detto e lo ripeto, che io morirò a Fratta; e contuttociò è una gran croce questa che mi piomba ora sul collo; ma bisognerà portarla in santa pace. Uff!... quel signor giurisdicente!... Che brutto grugno mi faceva!... Ma tant'è, piuttosto di muovermi sopporterò anche questo; e se mi giuocherà qualche brutto tiro, meno male!... Meglio esser alle prese coi suoi buli che con altri!... Almeno li conosco, e ne prenderò minor soggezione nel farmi bastonare.
      - Oh cosa dice mai! - soggiunse la fantesca. - I buli anzi avranno soggezione di lei. Oh che, le pare, che un prete sia un capo di chiodo?
      - Poco piú, poco piú, figliuola mia, ai tempi che corrono!... Ma ci vuol pazienza!...
      In quella entrò il sagrestano ad avvertire che tutta la gente aspettava per la messa; e il poveruomo risovvenendosi di aver tardato anche troppo, corse fuori per celebrar le funzioni colla chierica mezzo fatta. - Indarno la Giustina gli tenne dietro col rasoio in mano fino sulla piazza: la chierica irregolare del Cappellano e la vista del signore di Venchieredo, aggiungendosi alle vicende del giorno prima, diedero materia ai piú strani commenti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Giustina Fratta Giustina Cappellano Venchieredo